Arriva il momento, per un escursionista in evoluzione, di fare un passo in avanti: il Grignone invernale è uno di quei passaggi che lasciano il segno. Per chi è alle prime armi con ramponi e piccozza serve ottima gamba e grande volontà, ma l'esperienza rimane impressa, la si vede nel sorriso di chi accarezza la croce a 2.410 mt. Per questa proposta di Alpinismo Invernale saremo accompagnati dalla Guida Alpina Daniele Curti.
Mercoledì 5 marzo 2025
Balisio (LC)
Escursione impegnativa
Livello
Strong
Iscrizioni aperte
Le iscrizioni chiudono il 21 febbraio 2024
Descrizione
La Grigna Settentrionale – o Grignone – con i suoi 2.410 mt di altezza è la vetta più rilevante del basso lario. Fatta in ogni stagione richiedere impegno e regala soddisfazione. Ma quando arriva la stagione invernale è la prima ad inbiancarsi, e richiede un approccio diverso: non si tratta più di escursionismo, ma di alpinismo invernale.
Quando ho iniziato a frequentare le montagne, con l’inverno ho imparato a distinguere le mete a cui avvicinarmi … ma sono quelle che sembrano inavvicinabili ad attirare l’attenzione. Ed ho scoperto che la salita invernale al Grignone è un must, anche per tanti escursionisti, una di quelle vie invernali in realtà accessibili, ma che vanno comunque affrontate con la giusta attenzione e attrezzatura.
Per questo la propongo, e lo faccio con una Guida Alpina del lario – Daniele Curti, per proporre a chi si sente un escursionista in evoluzione di fare questo passaggio, che a me è entrato nel cuore e a significato molto nella mia passione per la montagna.
Il percorso che ci aspetta è di per se lineare ma richiede energia:
- l’avvicinamento – e il riscaldamento – ci porta dal parcheggio sopra Balisio – a 840 mt slm – all’Alpe Cova – 1.301 mt – e poi al Paleràl – 1.429 mt.
- la salita è costante fino al Bivacco Riva-Comolli – 1.840 mt, ma diventa inesorabile sul “muro del pianto”: 450 mt di dislivello in meno di un kilometro, per arrivare in cresta a circa 2.270 mt.
- la cresta è aerea e con una vista pazzesca, che ripaga la fatica della salita: da qui lo sforzo non è più tanto fisico ma c’è da avere gambe salde per godersi questo lungo tratto che ci porta alla vetta. Tutto il percorso è supportato da una corda di sicurezza, e con buona neve e sentiero battuto possiamo lasciarci guidare alla meta quasi come in un volo radente!
Alla fine della cresta troviamo la croce, e il mitico Rifugio Brioschi, sempre presidiato e pronto a darci supporto.
Se sogni di fare questa esperienza (io l’ho sognata prima di realizzarla), e se vuoi affidarti a chi può accompagnarti con le necessarie capacità e attrezzatura, sentiamoci.
Con Daniele Curti ti aiuteremo a capire se questo può essere un passaggio alla tua portata.