Arriva il momento, per un escursionista in evoluzione, di fare un passo in avanti: il Grignone invernale è uno di quei passaggi che lasciano il segno. Per chi è alle prime armi con ramponi e piccozza serve ottima gamba e grande volontà, ma l'esperienza rimane impressa, la si vede nel sorriso di chi accarezza la croce a 2.410 mt. Per questa proposta di Alpinismo Invernale saremo accompagnati dalla Guida Alpina Daniele Curti.
Giovedì 14 marzo 2024
Balisio (LC)
Escursione impegnativa
Livello
Strong
Iscrizioni chiuse
Le iscrizioni chiudono il 12 marzo 2024
Descrizione
La Grigna Settentrionale – o Grignone – con i suoi 2.410 mt di altezza è la vetta più rilevante del basso lario. Fatta in ogni stagione richiedere impegno e regala soddisfazione. Ma quando arriva la stagione invernale è la prima ad inbiancarsi, e richiede un approccio diverso: non si tratta più di escursionismo, ma di alpinismo invernale.
Quando ho iniziato a frequentare le montagne, con l’inverno ho imparato a distinguere le mete a cui avvicinarmi … ma sono quelle che sembrano inavvicinabili ad attirare l’attenzione. Ed ho scoperto che la salita invernale al Grignone è un must, anche per tanti escursionisti, una di quelle vie invernali in realtà accessibili, ma che vanno comunque affrontate con la giusta attenzione e attrezzatura.
Per questo la propongo, e lo faccio con una Guida Alpina del lario – Daniele Curti, per proporre a chi si sente un escursionista in evoluzione di fare questo passaggio, che a me è entrato nel cuore e a significato molto nella mia passione per la montagna.
Il percorso che ci aspetta è di per se lineare ma richiede energia:
- l’avvicinamento – e il riscaldamento – ci porta dal parcheggio sopra Balisio – a 840 mt slm – all’Alpe Cova – 1.301 mt – e poi al Paleràl – 1.429 mt.
- la salita è costante fino al Bivacco Riva-Comolli – 1.840 mt, ma diventa inesorabile sul “muro del pianto”: 450 mt di dislivello in meno di un kilometro, per arrivare in cresta a circa 2.270 mt.
- la cresta è aerea e con una vista pazzesca, che ripaga la fatica della salita: da qui lo sforzo non è più tanto fisico ma c’è da avere gambe salde per godersi questo lungo tratto che ci porta alla vetta. Tutto il percorso è supportato da una corda di sicurezza, e con buona neve e sentiero battuto possiamo lasciarci guidare alla meta quasi come in un volo radente!
Alla fine della cresta troviamo la croce, e il mitico Rifugio Brioschi, sempre presidiato e pronto a darci supporto.
Se sogni di fare questa esperienza (io l’ho sognata prima di realizzarla), e se vuoi affidarti a chi può accompagnarti con le necessarie capacità e attrezzatura, sentiamoci.
Con Daniele Curti ti aiuteremo a capire se questo può essere un passaggio alla tua portata.